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Cambiare fa paura

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Tanti parlano di cambiamento, soprattutto all’inizio di un nuovo anno. Nuove sane abitudini, un nuovo inizio, poi, in realtà, cambiare fa paura e si rimane bloccati come un animale sorpreso dai fari di una macchina.

In questi giorni sto facendo un grande lavoro, insieme a mio marito, che ha come scopo migliorare ulteriormente il servizio ai nostri clienti e ogni volta che si decide di cambiare qualcosa si provano due emozioni, almeno così è per me: l’eccitazione della sfida e il timore della disfatta.

Dovremmo tutti apprendere un po’ di cultura giapponese e del loro modo di vedere il cambiamento: nella loro lingua significa miglioramento continuo. Smetterebbe di essere uno strappo con tutto ciò che l’ha preceduto, per diventare un nuovo cammino, un passo dopo l’altro.

La parola cambiamento è importante per me: è il fattore che mi fa scegliere se accettare o meno un cliente. Tutti vogliono guadagnare di più lavorando meglio, le cose si fanno interessanti quando spieghi che il primo passo è guardarsi dentro, riscoprire la passione per il proprio lavoro, quella vera, quella che ti spinge fuori dal letto al mattino e ti stampa un sorriso in faccia. Lo stesso sorriso che hai quando lavori con il cliente giusto, quello che hai identificato capendo quali sono i bisogni veri, profondi che soddisfi. Riesco ad aiutarti solo se senti è che il momento di iniziare un nuovo cammino.

Una cosa che dicono molti nostri clienti è che prima li smontiamo e poi li aiutiamo a rimontarsi, perché la chiave per lavorare meglio è tutta qui: circondarti delle persone giuste, quelle che ti supportano (e ti sopportano qualche volta), quelle in grado di condividere i tuoi progetti a lungo termine, quelle che vengono attratte dalla tua luce.

Il cambiamento fa paura, eppure ogni giorno cambiamo un po’, solo che spesso è un atto passivo, di risposta a ciò che il mondo ci mette di fronte. Fare un passo alla volta nella direzione giusta, invece, è il modo giusto per percorrere una lunga strada.

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